SELVATICO A CHI?


Di Irene e Ilaria Montanari


Il percorso del Pettirosso: uniti per la salvaguardia degli animali selvatici, figli di un dio minore


Piero Milani è una figura molto familiare per noi modenesi e  la sua fama è arrivata oltre i confini nazionali come fondatore del centro Fauna Selvatica Il Pettirosso: un'associazione che, da 23 anni, si occupa della salvaguardia e della cura di animali selvatici in difficoltà, la sua presenza è richiesta spesso anche dalla televisione nazionale, e noi come redazione del Lanfra News abbiamo avuto l'onore di intervistarlo dal vivo il 23 gennaio.

"Non avevo nulla con me oltre che una grande passione per gli animali e la voglia  impellente di cambiare le cose" Queste sono state le sue prime parole quando gli è stato domandato in che modo fosse iniziato questo percorso. Ma se è vero che da un semino può nascere un albero allora questa è la dimostrazione concreta del fatto che i sogni, anche di un  bambino come era lui, uniti ad una buona dose di forza di volontà, possono farti raggiungere traguardi che vanno ben oltre ogni aspettativa. Come da lui confermato infatti nessuno si sarebbe aspettato che la sua associazione, inizialmente formata soltanto da due persone, potesse raggiungere una tale importanza. Allora ci chiediamo: quale è stato il suo segreto per portare avanti questo progetto? Quale percorso ha affrontato?

Terminati gli studi Piero si è subito dedicato alla visita e al volontariato in altri centri di antibracconaggio e salvaguardia degli animali selvatici. In essi ha però subito riconosciuto comportamenti che mostravano più interesse verso il profitto, che verso la vita degli animali stessi. In questi centri infatti più del 70% degli animali moriva. E' stato proprio l'avvertire questa carenza di passione che lo ha motivato a immaginare, e successivamente a costruire, un suo centro, diverso da tutti gli altri, in cui il benessere degli animali sarebbe stato in primo piano su tutto. Al Pettirosso si respira infatti un'aria nuova, di collaborazione e solidarietà, il lavoro avviene solo su base volontaria e il tasso di liberazione e di salvataggio degli animali è il più alto in Italia. I fondi per mantenere tutto questo, provengono dal 5x1000 o da altre donazioni. Il lavoro al Pettirosso inoltre non è per nulla semplice, i volontari, (da lui definiti volontari con la V maiuscola) hanno bisogno di un anno di affiancamento prima di poter  affrontare un salvataggio in autonomia. Nelle campagne, nei boschi, in mezzo alla neve, i collaboratori di Piero arrivano davvero ovunque, la loro è una continua corsa verso un mondo più giusto.

"Non mi aspettavo di raggiungere questo risultato ma sono arrivato a questo punto solo per la volontà e per il mio crederci, e dal momento che mi sono preso questo impegno l'ho cresciuto come un figlio". Quella di Piero non può essere definita altro che una vittoria e anche noi pensiamo che meriti la V maiuscola!




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