INVIVAVOCE. Echi d’ansia del nostro tempo.
di Alice Bergamaschi
L'ansia è un tema molto ricorrente nella nostra vita da adolescenti. Se ne parla a scuola, se ne parla tra amici, se ne parla in famiglia, ma in tutti questi casi se ne parla seriamente? Non sempre. E dato che l'ansia, secondo l'Istat, interessa 2,8 milioni di italiani, è bene parlarne. E' così che è nata l'idea di Davide Berti, direttore della Gazzetta di Modena, di creare uno spettacolo teatrale che trattasse questo tema.
A primo impatto ballerine e ballerini paiono non trasmettere chiaramente un messaggio. Ma sono stati questi intervalli, alternati a dialoghi e pensieri, che hanno reso prima di tutto lo spettacolo meno noioso, più leggero dal punto di vista visivo e psicologico: con quei ragazzini che parevano piume, sicuramente un tema così impegnativo è stato reso più facile da accettare. Dico questo perché per chi soffre d'ansia non è per niente facile (anzi, quasi impossibile) partecipare a eventi in cui si illustrano apertamente i loro problemi.
Detto ciò, grazie a Paola Ducci, Davide Berti, Francesca Scalise, Marika Minghetti, Teatro Nazionale, Gustavo Savino, che hanno collaborato in modo magnifico per arrivare a un risultato così, siamo riusciti a diventare gli specchi di quei ragazzi e capire che la loro voce può essere anche la nostra voce. Le emozioni regalate sono forti, difficili da assorbire, fanno riflettere, e far entrare queste riflessioni nelle nostre giornate è altrettanto difficile. La psicologa Francesca Scalise ha sottolineato l'importanza di dare voce a ciò che spesso rimane sommerso, riconoscendo che tutti, in misura diversa, siamo influenzati da stereotipi e da una cultura che può alimentare l'ansia. Invivavoce ha dimostrato come forme d'arte possano esprimere temi così vicini a noi, e far valorizzare e ascoltare le voci dei giovani, i loro silenziosi echi d'ansia.
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